03 gennaio, 2008
Milluláska Fashion Street
stamattina volevo allegramente ritonare per l'ennesima ultima volta in quella specie di piazza navona versione bonsai che era il centro di budapest.
che era bella perchè aveva attorno ai lampioni un festone luminoso con scritto Fashion Street, che ieri c'era perchè era capodanno, e oggi invece l'avevano già tolto perchè ahò fa freddo qua staccamo tutto e poi già che ci stiamo copriamo pure i monumenti che ormai è il due.

che poi la fashion street in questione era solo una vietta con po' di negozi che perdipiù vendevano cose che vendevano pure sotto casa mia, e che allora forse ci volevo andare perchè così poi non ci vado a roma, o forse perchè mi sento un po' a casa anche perchè odorava di burger king e non di gulash, o forse perchè mi attira solo la scritta fashion street che se tu ci vai ti senti un po un giapponese a via condotti.
anche perchè i giapponesi a fashion street non ci stavano, e preferivano stare tutti insieme beati a piazzale degli eroi de no'antri russi a lancià le miccette pè capodanno.

e allora io, che volevo andare a fashion street, invece ho sbagliato la direzione della metro e sono finito all'anagninia magiara cò le stalagmiti, dove c'erano sono pulman e neve e spazzaneve e un'altro burgerking coperto di palline di neve, che però questo non vendeva biglietti, non accettava euro e non sapeva nemmeno c'erano banche per cambiarli ed io senza più soldi locali per tornare indietro che gli ultimi me li ero spesi proprio in un altro burgerking per prendere un burger-maxi-caffè.

pieno di euri e con due carte di credito ma in preda ad ansie probabilmente legate ad una atavica fobia di povertà, mi sentivo come un giapponese a centocelle che se sta là lo possono solo che crepà, che io volevo solo annà a fashion street e guarda te 'ndò sò finito in mezzo ai babbi natale 'mbriaconi.

e allora ritorniamo alla metro dove ci sono due metropòl versione colbacco che ci aspettano al varco. Non si sa se parlino l'inglese, l'unica cosa che so è che i biglietti che ho in mano erano soloandata perchè così gli ultimi fiorni mi bastavano per comprare il burger-maxi-caffè.
Questi prendono i biglietti e iniziano a confabulare tra loro in cirillico. una signora col cappuccio bianco ed il naso rosso mi rivolge tre parole in una lingua a me sconosciuta.
io rispondo con cinque parole (due in italiano e te in inglgese), sapientemente scelte a rappresentare il concetto "che io in finale ho solo sbagliato a prendere direzione della metro, che volevo andare a fashionstreet che lì l'euri li accettano eccome, e mò invece mi trovo qua che non c'ho più fiorini per tornare indietro e a me mi basta solo prendere la metro nel verso opposto e via. eppoi cazzo se venivi tu a roma ti poteva succedere pure a te!"
Da sotto il cappuccio riguarda i biglietti, mi riguarda, e mi fa quel gesto internazionalmente decodificabile in vabbè vai, famò finta che nun t'ho visto...

ed ora felice mi ritrovo nell'apoteosi del provincialismo a mangiare tutta la notte pecorino, salame e pane sciapo tra fumi casalinghi e clacson della tuscolana
 
posted by Selio at 04:58 | Permalink |


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