At 23/7/08 10:00,
At 23/7/08 19:34,
sì è vero, il Pigneto è una piccola isola felice che si fonda sulla tolleranza e l'accettazione del diverso da sé. passeggiando trovi artisti, impiegati, trans, immigrati, preti, nullafacenti e -chi più ne ha, più ne metta, e tutti fondamentalmente animati da uno spirito di comunità che oggi non ritrovi più nemmeno nei più piccoli paesini di campagna.
ciao
At 24/7/08 13:09,
I miei ricordi del Pigneto sono ancora molto vivi: amori, amici e quel senso di romanità bella che è difficile trovare altrove. Frequentavo l'Università a San Lorenzo, quindi la pizza alla Formula 1, il gelato da Mariani,
Garibaldi e la sua tromba, ricordati anche in un film di Fellini. Il Pigneto era una zona più defilata e, a quei tempi, meno eterogenea. "Betto e Mari" erano due amici, non so se c'è ancora la loro trattoria. La periferia pasoliniana,di cui parli nel tuo bel post, era quella che si raggiungeva col 211 dalla stazione Tiburtina. I ragazzi di Pasolini prendevano il 211 per andare a "Roma". Ma il Pigneto era un'altra cosa. Quello che è sorprendente è quanto il tempo non sia riuscito a trasformare l'anima nobile e ospitale, dove le persone sono persone: tutte, indistintamente. Non so se ricordi, qualche mese fa accadde un fatto di cronaca e qualcuno volle speculare sulla poca tolleranza tra i vecchi residenti locali ed i nuovi residenti non italiani. Bastò un'affermazione, semplice è diretta, per azzittire i nuovi ariani. Ciao, se non disturbo tornerò di tanto in tanto a leggerti.
At 24/7/08 21:36,
At 28/7/08 03:18,
At 28/7/08 17:24,
Il Pigneto è un'isola felice e poco conosciuta. Ad un passo da Porta Maggiore e a due minuti dall'Acqua Bullicante: un po' Terra di Mezzo ed un po' Terra di Nessuno. Grande esempio di democrazia e di integrazione razziale. E poi, tutti quei tram che passano sulla Prenestina, che fanno pensare ai film italiani in bianco e nero dei grandi maestri...