22 luglio, 2008
go charlie, surf!
è un po che non scrivo, chè sto lentamente disimparando come si organizza un discorso lineare di quelli che la gente ti capisce. dicono che il segreto è non divagare. un discorso alla volta.
anyway, alla fine ho trovato un posto che mi farà da casa per i prossimi tempi a tempo indereminato. in quel del pigneto, quartiere eterogeneo di quelli che 50 anni fa erano le periferie di pasolini e che oggi invece sono posti un po alla moda. dove si va in giro a piedi e si respira l'aria di san lorenzo immerso in casette basse che tanto ricordano la garbatella. e anche io che modestamente non mi faccio mancare nulla, ci ho la mia piccola casetta bassa, con tanto di piccolo cortile e albero di limone e tavolinetto per invitare gli amici.
come coinquilina un'amica attrice, come vicini da un lato un bizzarro fotografo milanese che va in giro con una vespetta bianca con scritto "belle e sebastien", dall'altro un prete australiano che ha come perpetua un'anziana donna col sari.
queste le info essenziali per lo start-up:
per se accendi la lavatrice devi spegnere lo scaldabagno senò zompa la luce e anche al prete gli si rompe il neon sul tabernacolo.
parcheggio per la macchina c'è, ma in giro si va meglio a piedi, al massimo in bici. l'indiano/alimentari/internet-point in fondo alla strada la peroni grande la fa a un euro e mezzo.
 
posted by Selio at 22:32 | Permalink |


6 Comments:


  • At 23/7/08 10:00, Anonymous Anonimo

    Il Pigneto è un'isola felice e poco conosciuta. Ad un passo da Porta Maggiore e a due minuti dall'Acqua Bullicante: un po' Terra di Mezzo ed un po' Terra di Nessuno. Grande esempio di democrazia e di integrazione razziale. E poi, tutti quei tram che passano sulla Prenestina, che fanno pensare ai film italiani in bianco e nero dei grandi maestri...

     
  • At 23/7/08 19:34, Anonymous Anonimo

    sì è vero, il Pigneto è una piccola isola felice che si fonda sulla tolleranza e l'accettazione del diverso da sé. passeggiando trovi artisti, impiegati, trans, immigrati, preti, nullafacenti e -chi più ne ha, più ne metta, e tutti fondamentalmente animati da uno spirito di comunità che oggi non ritrovi più nemmeno nei più piccoli paesini di campagna.
    ciao

     
  • At 24/7/08 13:09, Anonymous Anonimo

    I miei ricordi del Pigneto sono ancora molto vivi: amori, amici e quel senso di romanità bella che è difficile trovare altrove. Frequentavo l'Università a San Lorenzo, quindi la pizza alla Formula 1, il gelato da Mariani,
    Garibaldi e la sua tromba, ricordati anche in un film di Fellini. Il Pigneto era una zona più defilata e, a quei tempi, meno eterogenea. "Betto e Mari" erano due amici, non so se c'è ancora la loro trattoria. La periferia pasoliniana,di cui parli nel tuo bel post, era quella che si raggiungeva col 211 dalla stazione Tiburtina. I ragazzi di Pasolini prendevano il 211 per andare a "Roma". Ma il Pigneto era un'altra cosa. Quello che è sorprendente è quanto il tempo non sia riuscito a trasformare l'anima nobile e ospitale, dove le persone sono persone: tutte, indistintamente. Non so se ricordi, qualche mese fa accadde un fatto di cronaca e qualcuno volle speculare sulla poca tolleranza tra i vecchi residenti locali ed i nuovi residenti non italiani. Bastò un'affermazione, semplice è diretta, per azzittire i nuovi ariani. Ciao, se non disturbo tornerò di tanto in tanto a leggerti.

     
  • At 24/7/08 21:36, Anonymous Anonimo

    betto e mary ci sono ancora, e anche Necci, il bar de l'"Accattone", anche se ora è diventato un locale alla moda e si stenta a riconoscerlo...
    ciao, torna quando vuoi

     
  • At 28/7/08 03:18, Anonymous Anonimo

    Roma mi terrorizza...non vedo l'ora di venirci ad abitare...
    (che bello che sei tornato...).
    Baci

     
  • At 28/7/08 17:24, Anonymous Anonimo

    roma alla fine è meno spaventosa di quanto si creda...è una specie di insieme di piccoli paesini che però si chiamano quartieri, da cui la gente di solito si sposta poco...
    bentorata anche a te!
    baci